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lunedì 30 luglio 2012

LA NASCITA DEL PRIMO FIGLIO: EFFETTI POSITIVI E NEGATIVI SULLA COPPIA

In seguito alla nascita del primo figlio la coppia si trasforma diventa famiglia e acquisisce un nuovo legame, quello genitoriale, che durerà per sempre: si può smettere di essere coppia ma si sarà madre e padre del proprio bambino per sempre. E’ importante in questa fase della vita che i partners creino dei confini chiari tra quella che è la relazione di coppia e quella che sarà la relazione genitoriale, così che ciascun sottosistema emozionale abbia un suo spazio. 
L'arrivo di un bambino crea molto spesso scompiglio nella coppia, anche se è stato cercato e desiderato. Il bambino calamita le attenzioni e le energie di entrambi, nessuno è escluso. 
Gli effetti che la nascita di un figlio ha sulla coppia possono essere sia positivi che negativi. I neogenitori possono sentire accrescere il senso di competenza e di fiducia reciproca, e sentirsi uniti da un compito comune che aumenta la coesione familiare e la stima nel proprio ruolo. C’è da dire però che le ingenti cure che il bambino richiede, potrebbero aumentare le tensioni e i motivi di conflitto tra marito e moglie. 
Nelle primissime settimane dopo la nascita, la novità e la vicinanza di parenti e amici, rendono meno pesanti i compiti di cura e le responsabilità nei confronti del bambino. 
Dopo i primi 3 mesi, invece, diminuiscono la soddisfazione coniugale, il tempo che i due partner passano insieme in attività piacevoli, il sentimento di “amore”, cioè subiscono un declino gli aspetti “romantici” della relazione. Le donne, in particolare, manifestano maggiori livelli d’insoddisfazione e denunciano la difficoltà di trovare un po’ di tempo per sé, l’aumento di tensioni coniugali, la stanchezza. Per far fronte ai cambiamenti che comporta la nascita di un bambino, ciascuno dei due coniugi deve ridefinire i propri spazi e le proprie funzioni in modo da crearne altri per il neonato, deve ridimensionare la propria vita personale e sociale in funzione degli orari e delle esigenze del bambino, adattare a lui i propri ritmi di vita, organizzare una divisione del ménage domestico, organizzare il tempo libero e i rapporti sociali, e ridefinire l’impegno lavorativo. Tutto ciò ha esito positivo soltanto se ciascun membro della coppia ha stabilito con il partner una relazione fondata sull’intimità e sull’empatia ed ha raggiunto un buon grado di differenziazione e svincolo dalle proprie famiglie di origine. 
Una buona relazione tra i genitori è molto importante per l’educazione e la socializzazione dei figli e per il loro sviluppo emotivo. I genitori dovrebbero essere in grado di fornire al bambino fin dalla nascita, quell’affetto e quelle cure che lo renderanno sicuro nelle relazioni future e nell’esplorazione dell’ambiente e faciliteranno lo sviluppo di un’immagine di sé degna di amore e attenzione. I genitori devono imparare ad essere per il bambino una guida e allo stesso tempo una base sicura a cui ricorrere nei momenti di difficoltà. Nella costruzione della relazione genitoriale ciascuno dei due genitori si deve confrontare con la propria storia passata, con il suo essere stato figlio e con il tipo di attaccamento e relazione che ha stabilito a sua volta con i propri genitori. Un genitore che da bambino ha potuto contare su legami di attaccamento stabili e sicuri sarà in grado più facilmente di riportare queste stesse modalità relazionali con i figli, al contrario di quello che avendo vissuto relazioni evitanti sarà meno predisposto ad esprimere le proprie emozioni e a entrare in contatto con i bisogni affettivo-emotivi del figlio.

In seguito alla nascita del proprio figlio la coppia deve trovare nuovi modi di comunicare e gestire i conflitti, acquisire strumenti e risorse per un adeguato rapporto col partner: pazienza, ascolto, comprensione e comunicazione. Ciò non è semplice, e in questo non aiutano la stanchezza e la tensione. E’ bene però darsi del tempo, non pretendere da sè stessi e dal partner l'impossibile. 
Ci può essere la possibilità di stare nel cambiamento, di sbagliare, senza giudizi e recriminazioni. L'importante è discutere in modo costruttivo trovando così nuove opportunità di compromesso. Non recriminare ma chiedere. Non esigere ma domandare. Non pretendere ma comunicare. Pian piano troverete un nuovo equilibrio e riemergerete dal caos, più forti ed emotivamente arricchiti. In questo possono dare un valido aiuto i nonni. Il compito della generazione più anziana è quello di riconoscere e sostenere, anche se con le opportune distanze, i propri figli nel loro ruolo di genitori e partecipare alla vita dei nipoti assumendo la nuova identità di nonni, senza invadere il campo e sostituirsi ai neogenitori, diventando così una valida risorsa nel facilitare ai propri figli l’assunzione del ruolo genitoriale e nell’aiutarli a prendersi cura del nipote nei momenti di bisogno.
Dott.ssa Rita Manzo
Psicologa, Psicoterapeuta
Calvi Risorta (CASERTA), Santa Maria Capua Vetere (CE), Napoli (NA)
Per info. e contatti: 3333072104

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